Due esperimenti sulla sessualità femminile

È convinzione diffusa che le donne siano meno inclini al sesso rispetto agli uomini, per una sorta di pudore naturale, che le spingerebbe a cercare un solo partner con il quale allevare i figli. La semplice osservazione dei cambiamenti dei costumi degli ultimi decenni sembra confutare questa convinzione. Nei paesi occidentali dagli anni Cinquanta del secolo scorso in poi le donne hanno conquistato sempre più libertà ed indipendenza sessuale, e non è raro che sia una donna a prendere l'iniziativa. Permangono tuttavia differenze significative, che risultano evidenti se si prova ad intervistare in modo non anonimo delle donne sulla loro vita sessuale. Si tratta di differenze naturali, o sono ancora il riflesso di una cultura che non si è del tutto liberata da una concezione repressiva della sessualità femminile?

Un modo per rispondere a questa domanda è quello di analizzare cosa avviene nel corpo femminile quando viene esposto a stimoli sessuali. Il corpo, per così dire, non mente, mentre è possibile che quello che una donna dice sia condizionato dal timore del giudizio sociale.

La sessuologa canadese Meredith Civers ha analizzato le reazioni di un campione di donne eterosessuali, uomini eterosessuali e uomini gay alla visione di contenuti pornografici di diverso genere (sesso eterosessuale, omosessuale e masturbazione), ma riguardanti anche scimmie bonobo. Le donne volontarie dovevano indicare di volta in volta il grado di eccitazione che la visione aveva suscitato in loro. Intanto la sperimentatrice registrava il livello reale di eccitazione attraverso uno strumento (il pletismografo) che misurava l'accesso di sangue nell'area vaginale. Il risultato è stato sorprendente: i dati del pletismografo non solo non confermavano le indicazioni date dalle volontarie sulla loro eccitazione reale, ma indicavano una reattività agli stimoli più diversi. Anche se affermavano il contrario, le volontarie eterosessuali si eccitavano alla vista di scene di sesso tra uomini, ma anche assistendo a rapporti tra donne; le scene di accoppiamento tra bonobo, se erano meno eccitanti della pornografia umana, risultavano comunque più eccitanti della scena di un uomo dai muscoli scolpiti che passeggiava in spiaggia. C'era una fortissima discrepanza tra l'eccitazione reale e quella dichiarata, che non si verificava invece nel caso dei volontari maschi eterosessuali e gay, nei quali c'era piena corrispondenza tra il livello di eccitazione dichiarato e quello misurato dallo strumento, e l'eccitazione rispondeva alle attese e ai gusti dichiarati; nessuna eccitazione, inoltre, suscitava in loro la vista di scene di accoppiamento tra i bonobo.

La conclusione non è soltanto che le donne tendono a non esprimere sinceramente la loro sessualità, evidentemente per il timore del giudizio, ma che la sessualità femminile è più varia e complessa di quella maschile.

In un altro esperimento, la sessuologa ha sottoposto a un gruppo di volontarie eterosessuali non dei video porno, ma delle audiocassette che raccontavano situazioni erotiche. In queste storie il seduttore, di entrambi i sessi, poteva essere persona sconosciuta o amica. Anche in questo caso i dati registrati divergevano completamente da quanto dichiarato dalle volontarie. Le donne erano eccitate da scene di sesso con donne estranee, anche se dichiaravano il contrario, ma l'eccitazione in particolare era molto forte nel caso in cui il seduttore era un uomo estraneo. "Tutto ciò - osserva Daniel Bergner - contrastava con il presupposto sociale secondo cui la sessualità femminile si nutre di legami emotivi, d'intimità consolidata, di un senso di sicurezza". 1

Questi risultati sembrano dimostrare che non solo che la sessualità femminile, con i suoi tratti di pudore e di ritrosia, è una costruzione culturale, ma che la sessualità femminile è anche più vivace di quella maschile e che è normale, anche in donne che si dichiarano eterosessuali, una sensibile inclinazione al sesso lesbico. Se le cose stanno così, è evidente che le donne sono sottoposte a una pressione sociale per adeguarsi alle aspettative sociali, con evidenti conseguenze non solo sulla libertà sessuale, ma anche sulla salute psicologica.

 

1 D. Bergner, Che cosa vogliono le donne. Contro i luoghi comuni su sesso e tradimento, Einaudi, Torino 2021.


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